martedì 3 marzo 2009

1940 - Zerf vs. Streicher: In difesa di tutte le razze


Julius Streicher, tedesco, fu un leader del Partito nazionalsocialista ed editore del settimanale violentemente antisemita Der Stürmer.
Dopo la seconda guerra mondiale guerra, Streicher figurò tra gli imputati al processo di Norimberga, accusato di essere uno dei principali istigatori dell'odio razziale nei confronti della popolazione ebraica che aveva condotto alla Shoah.
Queste poche righe riassumono la vita di uno dei più controversi pubblicisti e autori del secolo scorso con cui anche il nostro P.A. Zerf ebbe a scontrarsi.
Successe intorno al 1938: P.A. Zerf, preso nella morsa delle sue riflessioni sul tempo, decise nel gennaio di quell'anno che "una modifica del contesto può comportare una modifica nella testa". Una frase incomprensibile scritta su un bigliettino che P.A. lasciò a sua moglie Petra.
Gli studiosi sono concordi nel ritenere che il "cambio del contesto" non fosse altro che una breve fuga dal suo eremo in cui si era confinato da anni, mentre il "cambio nella testa" fosse, più che altro, la segreta speranza che questa fuga potesse dare risposte alle tante domande che negli anni si era posto.
Decise di soggiornare a Duntergrass, poco lontano da Belp, e passare il tempo a fare quello che (a suo dire) sapeva far meglio: pescare.
Sin da piccolo infatti, il piccolo Willy si era appassionato alla pesca, sognando il blu dell'oceano attraversato da gruppi infiniti di pesci.
Dopo circa due anni, sulla riva del ruscello Tainder, trovo una pagina strappata e accartocciata del famigerato Der Stürmer il cui titolo dell'articolo recitava "La razza eletta contro la razza inferiore da distruggere". Benché la lettura della pagina fosse compromessa dai tagli alla carta e ormai l'inchiostro fosse sbiadito, Zerf fu comunque attraversato da un'ondata di disgusto: si arrabbiò a tal punto da tornare a Belp il giorno stesso e si chiuse nel suo studio.
Due mesi dopo, nel novembre del 1940, venne pubblicato "In difesa di tutte le razze" un violento pamphlet contro Der Stürmer e Julius Streicher, firmatario dell'articolo che lo aveva fatto imbestialire.
Dividere i pesci in pesci eletti e da eliminare è quanto di più spregevole ci possa essere anche perché, scrive lo Zerf, malgrado le differenze, sono simili infatti per ognuno di loro "la parte inferiore del loro corpo è piena di terminazioni nervose che fungono da organi tattili"(ibidem pag.35).
Solo menti malate, a detta del nostro autore, possono pensare di introdurre queste assurde divisioni, propagandandole con tale ferocia.
"L'oceano è attraversato da gruppi infiniti di pesci, tutti uguali tra loro "(ibidem pag.48) sentenzia Zerf e continua "E' giusto, a questo punto, considerare i tedeschi un popolo inferiore".
Il libello in questione, oltre a far infuriare i vertici del Reich (Hitler lo voleva morto e mise su di lui una taglia di 15 mila Marchi), non ebbe alcun altro successo.
Il dibattito che si aprì negli anni '70 del secolo scorso non condusse a nessuna soluzione: non riuscendo a definire, una volta per tutte, se si trattasse di un coraggioso libello metaforico contro il nazionalsocialismo oppure un trattato di ittica, gli studiosi preferirono dimenticarlo.