mercoledì 18 febbraio 2009

WILLIAM PICKETT ANDERSON ZERF

Ebbe l’idea fissa del tempo William Pickett Anderson Zerf . Nacque il 21 marzo ( primo giorno di primavera ) del 1918 ad Andernach ( nella regione della Renania-Palatinato, in Germania ) dove sua madre, tedesca, incontrò suo padre, un soldato polacco-olandese, durante l'occupazione tedesca alla fine della prima guerra mondiale. All'età di due anni la sua famiglia si trasferì a Breeno nelle Fiandre, per poi abbandonarle bruscamente con l’avvento della famosa epidemia pestilenziale del 1923.

L’allegra famigliola trovò rifugio a Le Havre in Normandia dove il piccolo Willi frequentò gli studi. Qui trascorse la sua giovinezza, alternando le sue precoci letture filosofiche con i racconti dei pescatori dai maglioni neri dai lunghi colletti, ch’egli stesso da quei giorni indosso sempre. Di questi anni è l’epistolario con il grande filosofo tedesco Martin Heidegger, il quale proprio grazie all’apporto delle conclusioni del giovane Pickett pubblicherà Essere e tempo nel 1927. L’idea della finitezza della vita e della consapevolezza dello scorrere del tempo sono i punti fondamentali del pensiero di Pickett. La sua riflessione giunge a comprendere la relazione profonda che lega l’esistenza umana alla temporalità. Il “senso dell’essere” si svela dopo la comprensione del tempo che passa e mai dimenticarsi del tempo che passa. Ecco l’illuminazione: costruire un grande orologio da polso di almeno un metro di diametro, con una quarta lancetta, dal moto verticale, rivendicatrice dell’acquisizione di “senso raggiunto”.

L’unico modello che Pickett riuscì a realizzare lo indossava egli stesso, il mercato francese ed europeo dell’epoca era distratto dalla rincorsa agli armamenti, di lì a poco la seconda guerra mondiale. Successivamente l’invenzione cadde in definitiva disgrazia e venne dimenticata.
Una grande ed ultima testimonianza però ci rimane, quella del filosofo esistenzialista ed amico Jean-Paul Sartre che cosi scrisse: “ Ricordo l’ultima volta che vidi Pickett Anderson Zerf, era il 13 giugno del 1940, il giorno prima dell’occupazione tedesca, camminava per rue des Capucines con il suo grande orologio da polso e una baguette fumante sotto il braccio. Indossava sempre quel maglione nero dal lungo colletto, anzi fu grazie a lui che noi tutti iniziammo a metterlo.“
Da quel giorno di William Pickett Anderson Zerf non si seppe più nulla.

Grazie alle ricerche di Roberto Santoro, il cantautore, e di Fabrizio Maramao, il filosofo-imprenditore, compiute a metà degli anni novanta del secolo scorso, fra una partita di scopa e un bicchiere di tequila Sauza , oggi il sogno di William Pickett Anderson Zerf si è realizzato.