mercoledì 11 marzo 2009

1941 - La vita fa schifo.
Pensieri per le nuove generazioni.

Mentre la guerra imperversava e insanguinava mezza Europa, Pickett Anderson Zerf e Petra, sua moglie, ebbero un'accesa discussione (come raccontato dallo stesso autore nel suo, ormai, celeberrimo diario).
Il 6 dicembre del 1940 Petra comunicò al marito il suo desiderio di avere dei figli.
Pickett reagì male: secondo il nostro autore, infatti, non avrebbe avuto senso "gettare nel mondo triste" un'altra vita.
Per giorni i due non si parlarono.
Non riuscendo a convincere la moglie, Pickett decise di approfondire la questione e si ritirò nel suo studio.
Venti giorni dopo, presentò al suo editore un testo dattilografato dal titolo La vita fa schifo. Pensieri per le nuove generazioni che venne pubblicato l'anno seguente.
In esso l'autore, fermo restando l'inutilità stessa della vita e di ogni sforzo, apre ad un pensiero positivo ed entusiasta.
"La vita fa veramente schifo (pag.16 corsivo nel testo) ma dopo che sei nato, ormai, che senso ha ricordarlo?".
"Anche i rapporti personali fanno schifo (continua a pag. 28) ma basta poco per innalzare un ponte levatoio di diffidenza ".
"La vita è fatta per porvici rimedio - diceva Soflocle - e lo dico pure io" (ibidem pag.33).
"Ma esiste la redenzione?" si chiede Zerf a pag. 35.
"No" si risponde.
E la pubblicicazione finisce.
Tronca.
Sì seppe in seguito che Pickett divenne padre nove mesi dopo essere tornato dall'ufficio del suo editore.