giovedì 26 febbraio 2009

Pickett Anderson Zerf e l'incontro con Robert Allen Zimmerman

Chi è Bob Dylan? Il portavoce di una generazione di utopie? L'ultimo bardo di una tradizione perduta? Menestrello elevato al rango di poeta? Appena sembra di averlo inquadrato in una definizione, eccolo già lontano nella direzione opposta. Una maschera enigmatica e sfuggente, in perenne contraddizione con la propria immagine.
Chi è Bob Dylan? Ma soprattutto: chi era Bob Dylan prima di incontrare William Pickett Anderson Zerf? Bob Dylan nasce il 24 maggio 1941, al secolo Robert Allen Zimmerman, e prima del 1962, anno nel quale incide il suo primo lavoro discografico con il titolo di "Bob Dylan", era un ragazzo piuttosto confuso che lavorava come "omino dell'acqua" e frequentava un corso para-universitario per piantare viti e chiodi. La musica, in quel periodo, non aveva nessuna valenza nella sua esistenza, anzi, si racconta che un giorno venne picchiato perché suonando un citofono era riuscito a farlo scordare. E' nell'estate del 1960, quando incontrerà Zerf, che nascerà il Bob Dylan che tutti conoscono attualmente. Il filosofo pensatore, a metà anni 50, aveva realizzato i primi prototipi di orologio da polso da 1,80 metri di diametro. Però, si ponevano i primi problemi pratici. Dove riporre un orologio simile prima di andare a dormire, visto che il comò non è abbastanza grande? Questa riflessione lo portò alla stesura di un breve saggio dal titolo "Dove va riposto il tempo?" nel quale dopo 8 mesi di alacre lavoro, Zerf risolse il problema costruendo un comò con una superficie di appoggio di 2,5 metri per 2,5 metri. Brillante soluzione, peccato che con un comodino di siffatta grandezza, non ci fosse più spazio per il letto nella camera da letto. Si poneva un nuovo problema che venne trattato, per altro con poca convinzione, nel saggio "Può una camera da letto diventare una camera da comò?". La risposta fu "Perchè no?". Il problema di dove riporre l'orologio da polso con diametro di 1.80 metri, rimaneva però insoluto. Dopo 5 anni di durissima sperimentazione, che portò ad una forte depressione, Zerf trovò una soluzione. In quegli anni Zerf, dato importantissimo, viveva a Duluth. Come sia finito lì ,è un'altra lunghissima storia che meriterebbe un suo spazio. Alle 9 di mattina di un giorno di un estate qualunque, che qualunque non era, bussò alla porta l'omino dell'acqua. Zerf, indossando il suo orologio da polso da 1,80 metri di diametro, aprì. Un gentilissimo ventenne gli porse le sue sei bottiglie d'acqua e lo guardò perplesso.
"Posso farle una domanda?" chiese il ventenne imberbe.
"Perchè no?" rispose Zerf.
"Il suo orologio è molto bello ma dove lo ripone prima di andare a dormire?"
"La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento... ma non riesco a coglierla" rispose Zerf.
Il giovane imberbe rimase scosso, strabuzzò gli occhi e trascrivendo subito quelle parole sul taccuino, sul quale annotava gli ordini dell'acqua, tra sè e sè pensò: "con una simile frase beccherò un sacco di ciccetta (a Duluth ciccetta, in slang, significa ragazze N.d.A)!!".
Zerf guardò il giovane che sembrava proprio un giovane educato e di buona famiglia.
"Posso chiederle una cortesia?" domandò il giovane cortesemente.
Zerf lo guardò mentre la sua vocina diceva "normalmente le poche persone che ti trattano con rispetto o non ti conoscono o stanno cercando maldestramente di fregarti" ma, fedele al suo metodo rispose "Perchè no?".
Il giovane, in quella giornata calda, voleva placare l'arsura della sua gola con un po' d'acqua fresca.
W. P. A. Zerf lo invitò ad entrare. Nacque così una splendida amicizia, anche se alcuni detrattori sostengono fosse un amore omossessuale.
"Come ti chiami?" chiese Zerf al giovane.
"Robert Allen Zimmerman"
"Dovresti cambiarlo in Bob Dylan, altrimenti non farai mai successo come cantautore" rispose subito Zerf.
"Scusi? Io non voglio fare il cantautore".
"Ah, bella questa. Perchè no?" disse subito Zerf, applicando il suo noto metodo.
"A dire il vero non saprei... io sto studiando come piantatore di viti e chiodi, sono al terzo anno" concluse Robert Allen Zimmerman.
Zerf si bloccò come illuminato da una verità abbagliante. Non appena si riprese dal torpore abbracciò il ragazzo (alcuni detrattori sostengono fosse un abbraccio omosessuale).
"Grazie, grazieeee!!" urlò Zerf "hai risolto un problema che mi attanaglia da anni. Sono anni che rotolo come una pietra senza meta per risolvere questo problema!"
Robert Allen Zimmerman rimase perplesso ma estrasse ancora il suo taccuino e tracrisse "come una pietra rotolante".
Zerf intuì la perplessità sul volto del giovane.
"Vedi Bob" inizò Zerf "sono anni che sto cercando di capire dove riporre il mio orologio da polso prima di andare a dormire. Ho scritto saggi, ho progettato nuovi comodini ed, in un momento di delirio, anche una chaise-longue. Tu mi hai dato la soluzione! Una vite!! I tempi stanno cambiando, ora ho la soluzione. Riporrò il mio orologio da polso su una vite attaccata al muro". Robert Allen Zimmerman estrasse ancora una volta il taccuino e segnò "I tempi stanno cambiando".
In quattro e quattr'otto, Zerf e Zimmerman, piantarono una vite nel muro della camera da letto. Ponendo fine ad un'annosa questione. Si salutarono.
"Arrivederci, Robert" disse Zerf.
"Mi chiami pure Bob" rispose Zimmerman.
"Allora ci stai pensando ad un futuro da cantautore" continuò Zerf.
"Parlare con te William, mi ha fatto nascere qualche idea in testa, poi ho sempre sognato di suonare l'arpa celtica" ribattè Zimmerman.
"Chiamami professor Pickett Anderson Zerf e lascia stare l'arpa celtica. Buttati sulla chitarra, chitarra elettrica!!"
"Mmmmhhh, chitarra, chitarra elettrica?" pensò Zimmerman "Perchè no?".