lunedì 23 febbraio 2009

Pickett Anderson Zerf e i nuovi campi di ricerca

Inutile enumerare le teorie di Zerf e i campi di applicazioni di esse. Una, però, ritengo sia necessario riportarla sotto la luce dei riflettori. Zerf, come tutti sappiamo, scrisse saggi importantissimi su molteplici aspetti del sapere. Alcuni, per l'acutezza propria dello sguardo del nostro, passarono in sordina perchè troppo avanguardisti negli anni 30-40 ma tutt'ora, nel 2009, sono ancora incompresi. Potrei citare, per esempio, "Applicazioni ed epistemologia della stilografica" oppure "La credenza danese: teorie rarefatte o teorie fatte rare?" e per finire "Macrostruttura del sonno e teoria della conservazione dell'energia". Proprio quest'ultimo di Zerf dedicato al sonno, che ha tanto influenzato il lavoro del 1985 di Fagioli e Salzarulo che lo presentano come "uno stato dell'organismo caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta una sospensione dell'attività relazionale (rapporti con l'ambiente) e modificazioni dello stato di coscienza", meriterebbe maggior fama. In questo libro di circa 232 pagine, stampate solo verso, Zerf analizza il sonno paragonandolo a molteplici attività della vità quotidiana e ponendosi una domanda fondamentale: "Se si può correre più veloce, mangiare più veloce, respirare più veloce, è possibile anche dormire più veloce?" La riposta, nel periodo "perchenoista", ovviamente fu "Perchè no?". La studio non venne approfondito ulteriormente perchè gli appunti vennero persi, in un triste pomeriggio di ottobre durante una gara di cani, e non furono più ritrovati; ma anche perchè nel 1942, dopo la fase "perchenoista" William Pickett Anderson Zerf capì che non è educato rispondere ad una domanda con un'altra domanda.